Cina, ha scoperto di essere ricca di uranio

Cina, ha scoperto di essere ricca di uranio

Cina, ha scoperto di essere ricca di uranio


di Guido Alberto Casanova

La scoperta di nuovi depositi di uranio in Cina segna uno spartiacque per il paese. Il ritrovamento di estese riserve nel sottosuolo sarebbe non solo una notizia eccezionale dal punto di vista ingegneristico, come riporta il South China Morning Post, ma anche dal punto di vista industriale che in prospettiva permetterebbe a Pechino di riscrive il proprio futuro energetico nel segno del nucleare. “Questo progetto di rilevanza mondiale è un’importantissima svolta per il paese” ha dichiarato sul proprio profilo WeChat la China National Nuclear Corporation (Cnnc), la società statale leader nel settore.

Un agone dell’ingegneria

I geologi cinesi a fine maggio hanno annunciato di aver scoperto giacimenti di uranio entro una strato non ancora esplorato di 3000 metri sotto la superficie terrestre, una profondità circa sei volte superiore a quella delle maggior parte delle miniere di uranio cinese. La scoperta ha suscitato interesse perché sta contribuendo a rovesciare alcune concezioni che hanno dominato finora il campo della geologia. Infatti, la teoria corrente più diffusa ritiene che il materiale radioattivo non si potesse formare se non a profondità molto contenute e in zone geologicamente stabili. Negli ultimi anni, tuttavia, gli scienziati cinesi hanno rimesso in discussione questa visione scoprendo una serie di depositi di uranio nella Cina meridionale localizzati a oltre 1500 metri nel sottosuolo. Secondo la comprensione attuale del fenomeno, le violente scosse tettoniche a cui è soggetta la zona dovrebbero ostacolare la lunga e complessa formazione dell’uranio. Queste recenti scoperte annunciate dalla CNNC non fanno quindi che rinvigorire la spinta verso una nuova comprensione del fenomeno.

Questi depositi non sarebbero mai stati individuati se non grazie ai progressi tecnologici compiuti nell’ultimo decennio. La CNNC in particolare ha investito molto sulla ricerca scientifica e sullo sviluppo di applicazioni tecnologiche per l’estrazione dell’uranio. Nel dicembre 2019, per esempio, la società ha inaugurato il proprio programma di esplorazione in profondità nel sito minerario di Xiangshan, nella provincia del Jiangxi. Grazie a un nuovo sistema di rilevamento basato sulla spettroscopia a raggi gamma sviluppato dal proprio gruppo di ricercatori, CNNC è riuscita a determinare l’esistenza di un deposito di uranio a 1550 metri dalla superficie. Secondo la società, la nuova tecnologia consente buoni risultati anche in ambienti profondi, caratterizzati da alte temperature e una forte pressione. 

Uranio cinese per le centrali nucleari

La scoperta di depositi di uranio per uso industriale ad alte profondità aumenterebbe in modo sostanziale le riserve minerarie del paese. Secondo gli scienziati coinvolti nel progetto la quantità di uranio presente nel paese sarebbe dieci volte superiore a quanto precedentemente creduto e, secondo queste stime, Pechino avrebbe più di 2 milioni di tonnellate del materiale radioattivo. Questo dato pone il patrimonio minerario cinese virtualmente alla pari con quello dell’Australia, uno dei paesi più ricchi di uranio al mondo. 

La scoperta ha ricevuto un caldo benvenuto a Pechino. Fino a oggi l’estrazione di uranio cinese era frammentata in piccole attività, incapaci di sopperire alla crescente quantità di materiale radioattivo domandata per la produzione di energia. Più del 70% delle forniture di uranio usato in Cina sono importate, con Kazakistan, Canada e Australia che rappresentano la grossa fetta di queste importazioni. 



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www.wired.it
2022-06-20 05:00:00

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